sabato 13 gennaio 2018

TM-02  CASE DEL POP
Marina Arienzale-Matteo Cesari

TM Project Space #co-art in co-work
Inaugurazione: mercoledí 9 novembre, dalle ore 19,00
Via la Marmora,51-Firenze
Con il gruppo di cittadinanza attiva Qualcosa da dire
A cura di Francesca Biagini


La storia delle case del popolo é strettamente legata alla storia del territorio, in particolare quello toscano, come modello sociale partecipativo. Il circolo, nella sua definizione espansa, diventa nel tempo l’epitome vitalizzante del paese, espressione del locale come rituale di aggregazione collettiva.
Nella sfera pubblica contemporanea in cui si propagano non-luoghi e in cui la ricerca identitaria si fa sempre piú porosa, I centri di aggregazione dove si sviluppino sia forme di pensiero e ripensamento attivo che semplici attivitá ricreative, diventano peculiari posizioni che si muovono tra il desueto, il nostalgico e l’ancora necessario.
Il progetto Case del Pop  di Marina Arienzale e Matteo Cesari non si limita a mappare una realtá sociale in fieri in costante ricerca di un’identitá perduta , legata sia alla politica del pci che ai movimenti operai, ma si inserisce in un ampliamento di asse prospettica che ne coinvolge l’universalitá come fenomeno sociale.
Le immagini non sono una semplice documentazione visiva ma indagano con il rispetto della ricerca un aspetto complesso della storia italiana. Potrebbero sembrare lo stesso luogo, perché assumono la possibilitá del variabile tipica del topos nella sua originaria etimologia greca.
 Esprimendo il processo di trasformazione di queste entitá ormai storiche, che sono ancora legate al folklore cittadino e alla militanza politica  ma che devono interfacciarsi con la societá dei costumi, le case del popolo si sono trovate a mediare sincretismi fra tradizione e le nuove generazioni che ne hanno fatto centri di vita culturale e fucina di sperimentazioni.
Case del Pop si muove in questa nuova ricerca aperta agli scenari contemporanei, dando uno sguardo che non si fa sedurre dal romanticismo del decadente, ma diventa una narrazione simbolica che stimola l’osservatore a trovare e ad assumere una presa di posizione, sempre necessaria, non restando neutrale ma neanche rendendosi politico, indagando uno scenario che tocca fenomeni di gentrificazione e culto diminante del passato, e stimolando una ricerca geografica intimistica e poetica. L’associazionismo diventa metafora dei percorsi identitari dell’io che si generano nel contatto con l’altro,  nella condivisione e nelle attitudini di relazione. Sono le storie dei nostri territori che formano le microsequenze del nostro esistere.




Francesca Biagini

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