lunedì 25 novembre 2013

BRUNO DI MARINO | HARD MEDIA. LA PORNOGRAFIA NELLE ARTI VISIVE, NEL CINEMA E NEL WEB


Big Welcome,courtesy of Bruno di Marino
La terza stagione di Scripta l’arte a parole, ciclo di presentazioni con autori e curatori di edizioni sulla critica d’arte contemporanea a cura di Pietro Gaglianò presso la libreria Brac di Firenze, si apre con il libro Hard Media. La pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web di Bruno Di MarinoJohan & Levi Editore, 2013.
Nella storia dell’arte si è soliti associare al concetto di bellezza (intesa in senso estetico) anche un alto valore morale. Le avanguardie del Novecento hanno scardinato questi postulati ponendo le basi per quella che è stata “la rottura dell’alleanza tra estetica e morale” – citando Arthur DantoThe Abuse of Beauty. Analizzare la pornografia come categoria estetica e non solo come fenomeno sociale, ci pone di fronte ad una problematica storicizzata nel tempo, ma ancora ricca di interessanti spunti di riflessione.
Mama und Papa,courtesy of Bruno di MarinoIl corpo, spesso al centro di pratiche artistiche, è un elemento che genera disagio nell’essere osservato, che può ancora essere veicolo di infrazione e violazione dello stesso e della nostra percezione. Bruno Di Marinotraccia un excursus sull’osceno nell’arte contemporanea partendo da L’origine du monde  di  Gustave Courbet, tela che rimase per anni clandestina, celata da coloro che la possedevano, tra cui Jacques Lacan che la fece coprire mostrandola solo ad un selezionatissimo pubblico, perché capace di generare scandalo. Lo scandalo è  il “turbamento della coscienza collettiva provocato da una vicenda, da un atteggiamento o da un discorso che offende i principi morali correnti”, ed ecco che ci riconduciamo verso la chimera della morale. Nonostante la pornografia sia stata capace di abbattere determinati tabù e di farsi accogliere da un pubblico sempre più elevato che comprende anche un rilevante numero di donne,  continua a possedere una forte pulsione attrattiva per quanto riguarda le sue capacità trasgressive. Il porno, grazie a questa carica eversiva, ha contaminato molti altri settori, dall’arte, al cinema alla letteratura.
Shame, courtesy of Bruno di marinoNegli anni ‘70 la pornografia è riuscita, da Deep Throat, a farsi portavoce di nuove correnti intellettuali rivoluzionarie, ponendosi come fenomeno di liberazione sessuale e contribuendo ad una nuova consapevolezza del corpo (proprio e non) e di conseguenza a riformulare anche standardizzati concetti di identità. Artiste di ogni tipo fin dagli anni ‘60 hanno scandagliato le coabitazioni dell’identità prelevando elementi complessi dall’immaginario pornografico, dissacrando e frammentando quello scomodo bagaglio semantico che è il nostro corpo, generatore di tensioni tra l’io e l’esterno, tra il privato e il pubblico, arrivando alla stessa auto-violazione. Si va assottigliando sempre di più la linea di demarcazione – peraltro mai stata molto netta – tra pornografia ed erotismo, e le ibridazioni tra video hard e video arte.
La pornografia negli ultimi decenni ha però visto man mano affievolire la propria carica rivoluzionaria e anticonformista a causa di un progressivo processo di assimilazione del porno nei linguaggi contemporanei e nella società, che, se da una parte ha determinato lo scioglimento delle ultime ineluttabili inibizioni, dall’altra ha prodotto nuove forme di conformismo consumista, di spettacolarizzazione dell’hard.
CookforTwo, courtesy of Bruno di MarinoIl reality show, partendo da “Il grande fratello”, in qualche modo riproduce gli schemi della filmografia porno amatoriale, che, da un punto di vista economico ma anche sociale, ha logorato il mercato, influenzandone il dualismo di produzione e consumo (i film porno professionali imitano la messa in scena “fai da te”), riproponendo lo schema voyeuristico da peep show della telecamera/terzo incomodo, in bilico tra fiction e realtà che rappresenta l’era del pop porno. Il reality show diventa sintomatico del livello di consunzione di questo genere nel linguaggio contemporaneo, nella dimostrata bramosia che il pubblico dimostra nell’attendere che i concorrenti consumino all’interno della casa, che si nascondano dietro a filtri proprio nel luogo per antonomasia dove niente può essere nascosto, mostrando il nulla che il sesso è finito per diventare. Il mondo del web – e di Youporn in particolare – hanno rivoluzionato il cosmo della pornografia rendendo reali gli atti sessuali solo in relazione alla loro messa in scena nella realtà o nella finzione alla presenza dell’occhio acceso della registrazione.
Affascinate è il parallelismo che si propone tra il sesso, l’orgasmo , “la petit mort” e il cinema, “la morte al lavoro” secondo la definizione di Jean Cocteau, conducendoci verso un’acuta analisi di quella che potrebbe essere un effigie dei nostri tempi, un “memento mori/godi”.
Un buon numero di femministe ha spesso militato a gran voce contro la pornografia come deleteria per l’immaginario femminile, lesiva della dignità della donna, muovendosi in direzioni pro-censura. Come più volte “historia magistra vitae”, la censura non solo è deleteria per ciò che è più importante proteggere cioè la libertà di espressione e di pensiero, ma crea in realtà gli effetti opposti rispetto a quelli desiderati, diventando un paradosso difensivo piuttosto sterile.
Francesca Biagini

ROBERTO PUGLIESE | EMERGENZE ACUSTICHE


Roberto Pugliese, Emergenze Acustiche, 2013, Tenuta dello Scompiglio. Foto Guido Mencari - Courtesy Associazione Culturale Dello ScompiglioVorno, Capannori (LU), SPE Spazio Performatico ed Espositivo -  Tenuta Dello Scompiglio, via di Vorno 67, fino al 19.01.2014
A cura di Angel Moya Garcia
Emergenze acustiche è il nome dell’installazione sonora che Roberto Pugliese (Napoli,1982) presenta nelloSpazio Performatico ed Espositivo della Tenuta Dello Scompiglio.
L’installazione è composta da 80 tubi cilindrici in plexiglass contenenti speakers di diverse dimensioni che si calano dal soffitto, producendo un effetto a cassa di risonanza. La composizione acustica, che si diffonde in tutto lo spazio espositivo, è generata da un software all’interno del quale vengono inseriti dati numerici derivati dalle varie attività, come gli esercizi culturali e didattici, o l’energia rilasciata dall’orto biodinamico e la cucina.
Roberto Pugliese, Emergenze Acustiche, 2013, Tenuta dello Scompiglio. Foto Guido Mencari. Courtesy Associazione Culturale Dello ScompiglioL’opera agisce su sistemi di interazione che vanno generandosi in base alle scelte degli spettatori, invitati a modulare un percorso personale in base ai propri istinti percettivi. Ciò permette di dare una conformazione organica di volta in volta nuova all’ambiente, e il visitatore, inseguendo un’inafferrabile entità, non vive più l’esperienza artistica come agente passivo, ma come forza generativa. In un discorso più ampio, le pratiche artistiche che hanno come studio la percezione dello spazio mediante l’udito, si prestano a una maggiore interdisciplinarità, spesso applicabile anche a determinate prese di coscienza nei confronti di uno spazio sia urbano che non (come nel caso dello SPE), fino ad arrivare a una pratica di vera e propria architettura sensoriale, in grado di rivelare cosa la musica e il suono possono dirci dell’ambiente che “abitiamo”.
Roberto Pugliese, Emergenze Acustiche, 2013, Tenuta dello Scompiglio. Foto Guido Mencari. Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio.L’indagine delle relazioni che si intessono tra spazio, suono e osservatore, trova i presupposti in una realtà che viene generata nelle complesse relazioni tra vari componenti: punto di partenza, in quest’ottica, è laTeoria generale dei sistemi di Ludwig von Bertalanffyche definisce le possibilità di influenza e scambio tra gli elementi come condizione necessaria per stabilire un sistema e il suo mantenimento.
I dati delle attività che diventano suoni non solo presentano una tecnologia organica che si fa quasi emozionale, ma ritornano nello spazio, portando consé una ineluttabile parte del mondo esterno.
Roberto Pugliese, Emergenze Acustiche, 2013, Tenuta dello Scompiglio. Foto Guido Mencari, Courtesy Associazione Culturale Dello ScompiglioI suoni elettroacustici rientrano in una particolare categoria musicale, che permette di tracciare una linea temporale sui nuovi sviluppi tecnologici e sui nuovi materiali,  in quello che potrebbe essere definito il “momento tecnologico dell’arte”. Agostino di Scipio inPensare la tecnologia del suono e della musica scrive: «Nell’esperienza creativa [....] colui che agisce è definito dai suoi mezzi di azione nella misura in cui l’opera che risulta dal suo agire restituisce all’ascolto l’esperienza di quei mezzi».
L’arte contemporanea sta spostando sempre più la propria attenzione verso le relazioni umane e le relazioni tra individui, in cui l’interattività tra osservatore e artista gioca un ruolo preponderante proprio in quello “spazio” che spesso sfugge all’artista stesso, o che non era sua intenzione significare. In questo caso, la tecnologia utilizzata è capace di alterare i sensi e le percezioni emotive, restituendo una maggiore consapevolezza tra individualità corporea e necessità di relazionarsi con l’esterno.
Cercando di coinvolgere il pubblico, viene focalizzata l’attenzione sulle possibilità di analisi critica e interpretativa, in cui l’interrelazione si rivela obiettivo finale dell’opera. L’indagine del luogo permette di abbassare il livello di influenza dell’artista, per procedere alla restituzione di una realtà traslata, che il pubblico può decidere di manipolare o semplicemente fruire.
Francesca Biagini