giovedì 27 ottobre 2016


VITA DI UN UOMO



Il video Vita di un uomo di Pamela Barberi (1978) in collaborazione con il gruppo di cittadinanza attiva Qualcosa da dire trasforma I residui di memoria di un singolo in memoria collettiva, attivando un discorso di riconoscimento e interpretazione sulle dinamiche di fagocitazione moderna che impediscono I processi di metabolizzazione storica.
Dal tubo giallo scendono libri, riviste, foto e ricordi che senza alcuna accuratezza vengono gettati durante un’ operazione di smantellamento di una casa. Sono il risultato di un’intera vita di memorie conservate, accumulate affinché una traccia del proprio tempo sopravivesse.
L’osservatore e’ chiamato ad essere testimone inconsapevole di questo processo di rimozione forzata ma puó diventare allo stesso tempo partecipante attivo nel processo inverso di conservazione, scegliendo di porre cura, riportare in vita e recuperare, gli oggetti che sarebbero altrimenti divenuti spazzatura.
L’opera dunque mette in discussione le asportazioni menomiche e si muove verso un desiderio relazionale condividendo l’esperienza con l’altro. Portando verso un’azione comunitaria  I margini dell’opera si fanno labili, stimolando processi creativi costruiti dalla collettivitá che lasciano un segno sia nel tessuto urbano che in quello piu’ personale del privato.  E’ una sfida verso gli assiomi del predisposto in cui I cittadini invece che adeguarsi alle consuetudini possono operare delle scelte tali da custodire una memoria affinché non si disperda nella velocizzazione contemporanea cosí come essere agenti attivi nelle scelte relative alle forme del tessuto urbano. Un’estetica della memoria che diviene complessa, geografica e globale che crea uno spostamento d’asse verso una dilatazione del ricordo collettivo che non sia selettivo o disposto a chinarsi a nuove propagande.
Francesca Biagini



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