martedì 22 marzo 2016


Betty Woodman e Fredrik Vaerslev: doppia personale al Museo Marino Marini

Presso il Museo Marino Marini di Firenze sono esposti i lavori di Betty Woodman (1930) e Fredrik Vaerslev (1979), due artisti molto distanti per collocazione geografica, generazione e linguaggio artistico, ma limitrofi nella costante ricerca oltre il proprio medium verso continue contaminazioni.
Betty Woodman, Fra Angelicos Room_Courtesy the artist and Isabella Bortolozzi Galerie, foto Bruno Bruchi

La mostra dell’artista americana Betty Woodman (vissuta per molti anni in Italia ad Antella, frazione di Bagno a Ripoli), curata da Vincenzo De Bellis, si concentra particolarmente sugli ultimi 15 anni di produzione artistica, seppur la sua carriera con la ceramica abbia avuto inizio nel 1950.
Per l’artista la ceramica è come un linguaggio che diventa spontaneo come gli automatismi del pensiero. La sua è una ceramica che dalle arti decorative si è avvicinata fino a punti di congiunzione con la pittura, sia tramite un dialogo diretto e relazionale come negli spazi del museo tramite il confronto con le opere dell’artista Marino Marini o con la tradizione del rinascimento italiano, sia tramite uno sguardo referenziale verso le forme e i colori di artisti come  Picasso o Matisse.
Il percorso espositivo si apre con l’opera Of Botticelli, 2013 con ceramiche che si presentano in forma di colonna riprendendo la tradizione del rinascimento e delle vedute a trompe l’oeil da cui si scorgono paesaggi dell’immaginario.
Betty_Woodman_ Of Botticelli_Courtesy the artist and Isabella Bortolozzi Galerie
Betty_Woodman_ Of Botticelli_Courtesy the artist and Isabella Bortolozzi Galerie
L’artista forza i limiti  del suo mezzo d’elezione unendo nelle sue opere più recenti elementi tridimensionali con tele, opere che lei stessa definisce pitture con giochi di prospettiva.
Nel Sacello della cripta l’artista opera una riflessione più amplia che parte proprio dall’emblema e dalla tradizione dell’arte decorativa in ceramica cioè il vaso o l’anfora, tramite un’analisi di metalinguaggio, che parte dalla lavorazione stessa della ceramica che da oggetto plastico e plasmabile si fa materia rigida, per arrivare al suo basamento in legno, in cui scultura e base si influenzano e commistionano a vicenda.
L’ambiente domestico è un costante riferimento nelle opere esposte, sia nei titoli, sia nell’utilizzo della tela, ad esmpio appoggiata a terra come un tappeto. Al secondo piano si pongono in stretto dialogo le opere dell’artista Americana e le sculture di Marino Marini della collezione permanente. La figura femminile è al centro di questa relazione tra i vasi colorati di Betty Woodman con donne orientali, nudi e amanti, in cui gli smalti e le resine traducono una femminilità delicata e le figure in gesso e bronzo dell’artista italiano dai volumi pieni e saldi che si figurano impenetrabili, ma proprio in questo rapporto ne risultano esaltate le forme, nell’alternarsi di linea retta e giocosa sinuosità.
Betty Woodman Low Triptych Seaside Still Life foto Bruno Bruchi

L’artista norvegese Fredrik Vaerslev presenta in questa mostra a cura di Alberto Salvadori due serie di opere create appositamente per gli spazi del Marino Marini : Trolley Paintings e Glass Paintings.
trolley paintings sono realizzati con una straiping machine come quelle utilizzate per marcare i campi di atletica o strade e autostrade, il cui movimento automatico e predefinito della macchina e’ lasciato al caso mettendo in conto in questo modo l’accidentale malfunzionamento della macchina stessa e la possibilità di spruzzi e perdite.
Frederik Vaerslev, Untitled 2015 Spray paint on frosted plexi / Wooden support / light bulb and power cord Unique
Frederik Vaerslev, Untitled 2015, Spray paint on frosted plexi / Wooden support / light bulb and power cord
Andando oltre l’autoriale controllo, l’artista permette al gesto di esprimersi liberamente e al processo di entrare nell’astrazione.
I lavori in vetro segnano un contrappunto formale corripsettivo alle tele. Riprendendo oggetti della cultura folk norvegese derivati dalla tradizione artigianale della comunità rom, sono in vetro traslucido smerigliato. Illuminati da una lampadina montata su in piedistallo come un’opera scultorea, la luce che ne deriva permette alle trasparenze e al vetro di ricreare un’atmosfera suggestiva che esalta  lo spazio espositivo e di conseguenza presenta coerentemente la propria collocazione in esso.
La pittura viene posta direttamente sul vetro con una bomboletta spray e poi pressata a terra e rimossa con carta igienica e raschia-ghiaccio. L’astrazione dell’opera non lascia traccia della peculiarità del processo creativo, seppur si ricolleghi alla tradizione della lavorazione della pietra, ma permette tramite l’immaginazione di ricreare paesaggi e scenari fantastici.
Francesca Biagini
Frederik Vaerslev, Untitled 2015 Spray paint, Thinner and turpentine on linen canvas Wooden stretcher Unique 150 x 200 cm
Frederik Vaerslev, Untitled 2015
Spray paint, Thinner and turpentine on linen
canvas Wooden stretcher
Unique
150 x 200 cm
Frederik Vaerslev, Untitled 2015 Spray paint, Thinner and turpentine on linen canvas Wooden stretcher Unique 150 x 200 cm
Frederik Vaerslev, Untitled 2015
Spray paint, Thinner and turpentine on linen
canvas Wooden stretcher
Unique
150 x 200 cm
 Betty in her studio Italy 2012



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