LUIGI PRESICCE | ALLEGORIA ASTRATTA DELL’ATELIER DEL PITTORE ALL’INFERNO TRA LE PUNTE GEMELLE

AUTHOR // Redazione
POSTED IN // ARTE, Firenze, NEWS

“just you

and i

just you

and i

together forever

in love

in love

we go strolling together”

soundtrack da Twin Peaks, David Lynch

Aby Warburg unendo gli studi più comparati e spaziando dall’etnologia all’archeologia e dall’astrologia alla psicologia, percepisce l’arte come qualcosa che comunica in tutti gli orientamenti, riuscendo a comprendere le immagini attraverso i rapporti tra le persone e la società. Ne Il rituale del serpente, illustrando il rituale degli indiani Pueblo, arriva a concepire il potere psichico delle immagini. La simbolizzazione diventa un antidoto alla paura e il simbolo stessa diviene via di mezzo tra razionalità e magia. Il rito-performance è morte e rigenerazione.

Al teatro Studio di Scandicci il quarto appuntamento di PIECE- percorsi della performance,con la direzione artistica di Giancarlo Cauteruccio e a cura di Pietro Gaglianò, tenutosi lo scorso 21 maggio 2014, si apre con Luigi Presicce (Porto Cesareo,1976) che presenta, per la prima volta in Italia, Allegoria astratta dell’atelier del pittore all’inferno tra le punte gemelle, rivisitando e ricreando in un tableau vivant l’opera L’atelier dell’artista di Gustave Courbet. Il titolo originale dell’opera di Courbet è Allegoria reale che fissa una fase di sette anni della mia vita artistica e morale; quella di Presicce è un’opera densamente simbolica, in cui l’artista, permettendo una visione limitata e privatissima, ci permette di entrare all’interno del suo immaginario visionario e mistico, facendo vivere un’esperienza capace di totalizzire i sensi e conferire allo spettatore il ruolo di completarne il contenuto. Prendendo spunto dal maestro ottocentesco, crea una sorta di realismo onirico, fatto di segno ed esoterismo.

La performance mostra l’artista al centro dell’atelier mentre dipinge di nero, con una maschera piramidale che, coprendo il volto e senza accentuare l’elemento emotivo (al contrario delle maschere del teatro classico),  ne spersonalizza lo stato d’animo. Sulla nostra destra, una modella nuda impersonifica la (nuda) verità, mentre dalla parte diametralmente opposta, un novello San Sebastiano rappresenta l’arte accademica contro cui si schierò l’artista francese, qui riadattata con l’introduzione di elementi massonici fortemente allegorici. Da ambo i lati, le figure oscure che osservano lo spettatore che viene traghettato al centro della stanza  dopo un buio corridoio, rappresentano i sostenitori e i disprezzati dall’artista.

Non solo una mera traduzione del dipinto courbertiano in simbolo e forma: ciò che rende affascinante la performance è l’unione della fonte pittorica con la matrice mistica della cultura contemporanea e underground. La luce stroboscopica permette una visione parziale della composizione, mettendo maggiormente alla prova le capacità percettive dello spettatore ed esaltandone allo stesso tempo le possibilità.

Oh Petroleum (Maurizio Vierucci) suona in loop sul lato sinistro “Just You” tratta dalla colonna sonora della celebre serie televisiva di David Lynch, Twin Peaks. In una dimensione temporale astorica, seppur il riferimento di partenza sia legato alla storia dell’arte, il rapporto tra artista e società contemporanea esemplificato nell’allegoria, si concretizza come il rapporto dell’opera d’arte con la cultura che l’ha generata. Come se l’arte stessa fosse composta non da origini, ma da archetipi che si ripetono; come una riscrittura a più livelli, costumi, maschere e oggetti, che permette un’interazione visivamente relazionata a una molteplicità di significati e potenzialità.

Francesca Biaginihttp://www.iovo.it/2014/06/luigi-presicce-allegoria-astratta-dellatelier-pittore-allinferno-punte-gemelle/