TM-02 CASE DEL POP
Marina Arienzale-Matteo Cesari
TM Project Space #co-art in co-work
Inaugurazione: mercoledí 9 novembre, dalle ore 19,00
Via la Marmora,51-Firenze
Con il gruppo di cittadinanza attiva Qualcosa da dire
A cura di Francesca Biagini
La storia delle case del
popolo é strettamente legata alla storia del territorio, in particolare quello
toscano, come modello sociale partecipativo. Il circolo, nella sua definizione
espansa, diventa nel tempo l’epitome vitalizzante del paese, espressione del locale
come rituale di aggregazione collettiva.
Nella sfera pubblica
contemporanea in cui si propagano non-luoghi e in cui la ricerca identitaria si
fa sempre piú porosa, I centri di aggregazione dove si sviluppino sia forme di
pensiero e ripensamento attivo che semplici attivitá ricreative, diventano
peculiari posizioni che si muovono tra il desueto, il nostalgico e l’ancora
necessario.
Il progetto Case del Pop di Marina Arienzale e Matteo Cesari non si
limita a mappare una realtá sociale in fieri in costante ricerca di un’identitá
perduta , legata sia alla politica del pci che ai movimenti operai, ma si
inserisce in un ampliamento di asse prospettica che ne coinvolge l’universalitá
come fenomeno sociale.
Le immagini non sono una
semplice documentazione visiva ma indagano con il rispetto della ricerca un
aspetto complesso della storia italiana. Potrebbero sembrare lo stesso luogo,
perché assumono la possibilitá del variabile tipica del topos nella sua
originaria etimologia greca.
Esprimendo il processo di trasformazione di
queste entitá ormai storiche, che sono ancora legate al folklore cittadino e
alla militanza politica ma che devono
interfacciarsi con la societá dei costumi, le case del popolo si sono trovate a
mediare sincretismi fra tradizione e le nuove generazioni che ne hanno fatto
centri di vita culturale e fucina di sperimentazioni.
Case del Pop si muove in
questa nuova ricerca aperta agli scenari contemporanei, dando uno sguardo che
non si fa sedurre dal romanticismo del decadente, ma diventa una narrazione
simbolica che stimola l’osservatore a trovare e ad assumere una presa di
posizione, sempre necessaria, non restando neutrale ma neanche rendendosi
politico, indagando uno scenario che tocca fenomeni di gentrificazione e culto
diminante del passato, e stimolando una ricerca geografica intimistica e
poetica. L’associazionismo diventa metafora dei percorsi identitari dell’io che
si generano nel contatto con l’altro,
nella condivisione e nelle attitudini di relazione. Sono le storie dei
nostri territori che formano le microsequenze del nostro esistere.
Francesca Biagini
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