COMODO64 .Torino
8. 12. 17 – 15. 1. 18
8. 12. 17 – 15. 1. 18
RAGNARöK
LA CADUTA DEGLI DEI
Foto di Paolo Colaiocco
A cura di Francesca Biagini
In diretto collegamento con le foto della mostra sul backstage delle sfilate di Vivienne Westwood, questa personale del fotografo Paolo Colaiocco propone un parallelismo tra i due diversi immaginari che dialogano sia a livello metaforico, che come fonte ispirazionale e background l’uno dell’altro, con modalitá diverse, ma seguendo un percorso rizomatico. La plasticitá delle pose e le connessioni artistiche legano fra loro i due progetti, cosí come il backstage, concettualmente inteso, diventa on stage nell’arte contemporanea.
“O meglio, lo si spiega con la sua
poco lodevole missione promozionale, in difesa dell’immagine dell’immagine
della fotografia, ovvero del suo mito il quale deve restare assolutamente
incontaminato- unico fra tutti i mezzi della comunicazione di massa- a non
correre rischi che non siano, alla fine, quelli del grottesco: una fine che già
si intravede.” Ando Gilardi
La sola realtà reale è quella della
superficie. Il rito e la forma. Nonostante ciò, gli dei caduti continuano a
fabbricare cannoni. Le foto di Paolo Colaiocco rappresentano un’epica trash e
contemporanea in cui un’umanità dissacrata e ambigua si muove tra le
righe della storia dell’ arte, la sacralità e la desacralizzazione. Nelle
gerarchie ciniche che l’uomo ha redatto dei propri mezzi creativi, la
fotografia spicca per la propria capacità indicale come traccia del reale. Con
essa il reale diventa riproducibile nonché documento inconfutabile.
Si mette in testa un’aura, ma poi collassa su se stessa.
La caduta degli dei è astorica, non toglie o aggiunge nulla al sapere e non
narra nient’altro che sé. Sono fotografie/immagini/icone che
ironizzano con leggerezza e con una certa vocazione al disprezzo, senza mai
banalizzare le effigi moderne e le pale d’altare del passato.
Le
fotografie vanno analizzate all’interno del complesso del progetto, in cui la
decadenza dei potenti allinea vittime e carnefici, in cui gli dei
pagani si avvicinano a quelli cristiani, in cui i soggetti si travestono
diventando barocco, mosaico bizantino o madonne. Le simbologie qui
presenti mettono in dubbio la tradizione e le estetiche artistiche tout court,
in una sorta di metaforica gigantomachia, il cui crepuscolo abbatte i
privilegi, diventando un memento mori assoluto.
Francesca
Biagini
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