RADIOS
APPEAR
Il collettivo Radios
appear (2014) torna con l omonima installazione in piazza Brunelleschi. Il
motivo dell azione è una giornata di lotta promossa dal gruppo di cittadinanza attiva Qualcosa
da dire e il comitato No Scav contro un progetto comunale di privatizzazione
della piazza stessa e con la proposta di riattivare il luogo per la comunitá progettandovi un giardino pubblico.
Gli aderenti al comitato parteciperanno all’ azione di Radios appear mettendo a
disposizione le loro finestre e i loro apparecchi radiofonici. L’installazione e’
un flusso sonoro che conferisce conformitá allla geografia del luogo modulando
le frequenze delle proprie stazioni radio e connettendo sistemi semiotici
diversi. La radio è il byte base del linguaggio e dell’
espressione materiale di Radios appear. Dalla relazione fra questi bytes si
crea un insieme che unisce lo
spazio, nella sua accezione geografica, con il tempo e in particolare i ritmi
di vita quotidiana tramite lo svolgersi dei palinsesti per fasce orarie e
giornaliere. Appropriandosi
dei suoni di sottofondo giá esistenti si rovescia il concetto di significazione
dello scorrimento acustico per divenire una pratica di deriva urbana. Il rumore
e’ causticamente contemporaneo nel rendersi parte di un tutto che comprende
l’ambiente della piazza senza gerarchizzazioni. Ció permette di dirigere la
nostra sensibilita’ verso una valutazione dell’ambiente architettonico non
canonica. La partecipazione collettiva si pone in opposizione alla
frammentazione sociale e porta alla creazione di una zona di aggregazione che
diventa temporaneamente autonoma. Le radio, strumenti di informazione e
intrattenimento, captando lo spettro fm di un determinato territorio ne
identificano la struttura geopolitica e la sua unione con la collettivitå che
la abita in senso piú ampio. E’ significativo come una struttura e un suono
entrino in relazione sulla base di una sintonizzazione quotidiana creando una
situazione che determina una forma sociale che diventa rizomatica, capace di
sfuggire al controllo, anarchica e incongrua.
Ogni suono possiede una sua
autonomia e identitá che si diffonde reticolarmente dando luogo ad una nuova
disposizione “cartografica” frutto dell’ inclusione comunitaria data dalla
molteplicitá non verticalizzata. L’uso della tecnologia assume la capacitá
contingente di creazione di spazi di libertá in una polifonia acustica e visiva
che si libera dei codici fissi riportando il pensiero in una dimensione critica
e sperimentale.
Francesca Biagini
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