GIANNI CARAVAGGIO | SOTTO LA SUPERFICIE, LA VERITÀ DELLA CONCRETEZZA DOVE VAI VIA DALLA LUCE MIA MENTRE ATTENDO UN MONDO NUOVO
Gianni Caravaggio | Base/Progetti per l’arte
18 aprile | 31 maggio 2013 | mar-sab 18-20
SOTTO LA SUPERFICIE, LA VERITÀ DELLA CONCRETEZZA DOVE VAI VIA DALLA LUCE MIA MENTRE ATTENDO UN MONDO NUOVO
-Vai via dalla luce mia- Diogene disse ad Alessandro Magno:”Spostati mi fai ombra!”. Due parti di marmo di colore diverso,marmo statuario bianco e marmo bardiglio imperiale grigio,che ingannevolmente si fanno gioco delle nostre percezioni sensoriali; l’ombra obliqua che ci circuisce ci fa credere di essere l’artefice del taglio della pietra. Essa è quel grande imperatore che come unico desiderio del cinico filosofo,doveva scostarsi dal sole. Se ci avviciniamo all’ombra e al marmo la beffa si scioglie,l’arcano è svelato e siamo, come fu Diogene, non più curanti di alcun potere ma solo dediti alle regole della propria natura.
-Attendere un mondo nuovo- Per attendere un mondo nuovo si deve attendere che piova come durante un rituale propiziatorio. L’acqua, scorrendo nei tubi che perforano la finestra della galleria, creerà un cumolo, un grumo iniziatico, una piramide generativa fatto di gesso, farina e lenticchie. I tubi d’alluminio sono verniciati nei tre colori principali del ciclo del Beato Angelico per il convento di San Marco. L’artista che affrescò le celle con scene antidecorative, aveva come scopo principale appunto quello di favorire la meditazione e sviluppare un tragitto capace di muoverci dal bello naturale al bello morale.
Francesca Biagini
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