KAFKA DOCET
Volti stranianti, enigmatici, spaesanti.
Il progetto fotografico di Lorenzo Acciai parte dalla selezione dei soggetti, dei volti come lastre dei sentimenti umani. Soggetti legati da parentela, la cui unione ne definisce le somiglianze.
I processi di manipolazione delle foto, nel susseguirsi, si mescolano alla prospettiva totale del progetto che si situa, allo stesso tempo, nel prima e nel dopo, nella scelta e nel morphing in cui la serie acquista un suo significato collettivo.
Nei processi di formazione dell’identità, l’identificazione si pone come prima essenziale componente; il modello in posa prende coscienza di sé come immagine non come intero che, nel Facemerge, diventa esemplificativa di una problematicità identificativa pirandelliana.
Si viene a delineare così la ricerca delle figure similari, con le quali si condividono delle comunanze ( la consanguineità , la famiglia), un’ appartenenza definibile come un noi.
Tramite un susseguirsi di processi, una sorta di metamorfosi kafkiana, si stabilisce il processo di distacco per arrivare all’individuazione che può avvenire solo dopo un assoluto distanziamento.
Si viene a delineare così la ricerca delle figure similari, con le quali si condividono delle comunanze ( la consanguineità , la famiglia), un’ appartenenza definibile come un noi.
Tramite un susseguirsi di processi, una sorta di metamorfosi kafkiana, si stabilisce il processo di distacco per arrivare all’individuazione che può avvenire solo dopo un assoluto distanziamento.
I facemerge sono una transizione, qualcosa di nuovo ma di indefinito, che si muove tra l’identificazione e l’individuazione.
Questi scatti, dopo una prima familiarità, creano nell’osservatore un effetto di perturbante, un punctum di disturbo, lo spaventoso del familiare ed estraneo simultaneo, un’attrazione verso l’altro disarmonico.
L’occhio fotografico ci rivela la realtà anzi, di più, la macchina fotografica diventa ciò che riesce a vedere oltre l’occhio umano.
C’e'anche un ritorno ad una fotografia nella sua essenzialità arcaica, muovendosi in uno spazio tra l’analogico e il fotoritocco, il tradizionale e il contemporaneo. L’origine e l’originialità della fotografia che riemergono.
Barthes parlando di certe fotografie osserva che sono in grado di rivelare in noi la presenza di un antenato, un qualcosa che va al di là del volto reale, un tratto genetico, un pezzo di sé stessi che ci viene da un parente, un ascendente. Il ritratto diventa rivelatore, tramite la somiglianza genetica, ci mostra l’anima vera di un uomo, un’unità più antica e sostanziale, che annega l’individualità dei soggetti ma, allo stesso tempo, la dilata in qualcosa che va al di là del tempo e dell’io.
father/daughter#1-Facemerge- © Lorenzo Acciai
father/daughter#2-Facemerge- © Lorenzo Acciai
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